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Verifiche, interrogazioni e esami: paura?

Nel mio lavoro incontro spesso ragazzi che frequentano la scuola o l'università. Tra settembre e ottobre per loro riprendono le lunghe lezioni e le brevi pause. Ritrovano professori e compagni, o magari ne conoscono di nuovi! Insomma, ricominciano le attività e -con quelle- anche interrogazioni, verifiche e esami.

Le prove, in generale, sono difficili da affrontare. Il respiro aumenta, si avverte un tremolio alle mani o alle gambe, il cuore batte più velocemente, … No, non è innamoramento (anche se le sensazioni sono simili): è paura, una delle 5 emozioni fondamentali che hanno tutti gli esseri umani.

A che serve?

Vi starete chiedendo…

Serve a predisporre il corpo e la mente per affrontare un pericolo. La paura è quella cosa che ci fa prendere in mano i libri prima di fare interrogazioni, verifiche e esami. Se non fossimo almeno un po' preoccupati, andremmo a tutte le prove totalmente ignari e impreparati. Prenderemmo 0, insomma.

 

Le prove scolastiche sono difficili da affrontare sia per la mole di pagine o esercizi che bisogna preparare sia per la ricerca continua di un metodo di studio efficace, che –tra l'altro- si trova spesso dopo mesi e anni di lavoro. Eppure non è solo per questo che ci preoccupano le prove scolastiche! In quei momenti viene richiesto di dimostrare le proprie conoscenze e competenze di fronte ai professori e ai compagni. Sono appuntamenti in cui viene data una valutazione sulla prestazione e quel voto poi arriverà in qualche modo anche ai genitori.

Quindi, per queste e altre ragioni a molti capita di essere in difficoltà nell'affrontare interrogazioni, verifiche e esami. A volte, però, la paura aumenta troppo e, invece di aiutarci, ci ostacola. Così la paura diventa una nemica della memoria.

Si instaura un "CIRCOLO VIZIOSO":

Arriva la paura, diminuiscono le nozioni ricordate, la paura aumenta, le nozioni si riducono, ...

E' fondamentale interrompere questo loop! Ma come?

Non possiamo semplicemente dirci: "smetti di avere paura"??? Sarebbe bello…ma non funziona così la mente umana! Anzi… a volte questa imposizione entra nel vortice e lo complica ancora di più.

Mi ordino di non aver paura, arriva una paura più forte delle altre volte, diminuiscono le nozioni che mi ricordo, mi ripeto di smettere di aver paura, la paura aumenta esponenzialmente, le nozioni si riducono ancora, ...

Quindi, che facciamo?

 

Ci sono alcune strategie che possono già essere messe in atto da soli, vediamone insieme alcune.

1. IL VOTO VIENE ASSEGNATO ALLA PROVA, NON ALLA PERSONA!

Mai, in nessun modo, un voto qualifica una persona. Se prendo un 8 io non sono quell'8 e, tantomeno, se prendo un 3 io non sono quel 3. Passiamo in rassegna tutte le attività e le relazioni della nostra vita: famiglia, viaggi, sport, oratorio, amici, musica, scout, …. Tutte queste esperienze sono lì per arricchire la storia di ciascuno. Se sono belle, avremo passato un periodo di felicità e serenità. Se sono brutte, ci insegnano sempre qualcosa. La prima cosa che insegnano è migliorarsi. Quindi, nel caso specifico: prendo in mano il test, osservo gli errori, vado sul libro a controllare la teoria e mi esercito. Bohr (il fisico del modello atomico, ndr) diceva che si diventa esperti solo dopo aver fatto tutti gli errori possibili.

2. "HO GIA' AFFRONTATO ALTRE PROVE E LE HO SUPERATE!"

Le prove affrontate nel passato non sono solo prove scolastiche: sono anche prove scientifiche delle proprie capacità. Se mi ritrovo in 3° media, in 2° superiore o al 1° anno di università, significa che ho affrontato vagonate di altre prove e le ho superate! Funziona un po' come quando ci si allena. A furia di tirare calci ad un pallone, di palleggiare, di volteggiare, … il muscolo si rinforza. Certo, è una crescita graduale…ma costante! Sicuramente il "muscolo" che oggi avete per affrontare la prossima prova scolastica è già più robusto e forte di quando avete affrontato quella precedente.

3. TECNICHE PRATICHE

Se sto facendo un'interrogazione o un esame orale e ho un vuoto di memoria, posso fare più cose. Prima chiedo al professore di porre di nuovo la domanda, così prendo tempo per pensare. Poi incomincio a parlare esponendo -tra gli argomenti che mi ricordo- quello che più vicino possibile a quello richiesto, anche se non è esattamente pertinente alla domanda. Questo serve per due ragioni: innanzitutto una risposta approssimativa è sempre meglio di una scena muta e, in secondo luogo, mentre parlo di argomenti vicini, potrebbe venirmi in mente la risposta precisa e la inserisco nel mio discorso.

Anche se sto facendo una verifica o un esame scritto e ho un vuoto di memoria, ci sono altre cose che possono mettere in pratica. All'inizio leggo tutti i quesiti e inizio a rispondere da quelli che mi ricordo meglio: se ho un vuoto o un esercizio non mi riesce, passo a quello successivo, altrimenti perdo tempo. Se l'agitazione cresce, mi fermo, punto il timer dell'orologio a 5 minuti dopo e per questo lasso di tempo mi metto a descrivere tutte le cose e le persone che ci sono nell'aula, fin nei minimi particolari: cappello rosso con scritta nera, maglietta a righe, sedia di legno un po' scheggiata, … Sposto l'attenzione da quello che mi spaventa a qualcos'altro, così la tensione diminuisce e io posso tornare successivamente sul compito un po' più calmo. Solo quando suona il timer torno a occuparmi del test.

Queste 3 strategie servono come un primo intervento per affrontare al meglio le verifiche o le prove. Se la paura aumenta troppo, diventa ansia da prestazione e impedisce proprio di affrontare le prove, è il momento di chiedere il supporto professionale di uno psicologo. Lo psicologo è esterno alla faccenda e quindi può avere la mente lucida per interpretare e gestire l'ansia con le proprie competenze.

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