top of page

INCONTRO tra Insegnamento e Apprendimento

Gli esseri umani trasmettono conoscenze e formano le generazioni successive in nuove competenze, probabilmente, da quando è iniziata la specie. Si suppone che intorno al 2000 a.C., con gli Egizi, sia stata fondata la scuola come istituzione preposta a questi compiti. Da allora le modalità con cui i docenti hanno insegnato e gli alunni hanno appreso si sono modificate nel tempo. Recentemente è sorta una importante rete tra la scuola, la famiglia e gli altri enti che accompagnano la crescita delle persone. Attraverso questa collaborazione, il mondo contemporaneo prosegue lo sviluppo delle modalità di istruzione; così, oggi risulta fondamentale che tutti gli attori in gioco considerino le specificità dell’individuo in crescita, per aiutarlo in modo efficace.

 
 

La scuola, in particolare, sta già diversificando le proprie strategie di insegnamento per andare incontro alle peculiarità di ciascuno nell’apprendimento considerando aspetti critici, risorse e potenzialità. E’ possibile, infatti, che vengano definiti percorsi individualizzati per tutti gli alunni offrendo alla classe sempre più possibilità di studio e approfondimento tra cui scegliere: contenuti e applicazioni digitali (video, mappe digitali, ...), attività complementari alla didattica (teatro, musica, sport, ...), sperimentazione nei laboratori scolastici (scienze, tecnologia, arte, ...), etc.

Inoltre, in base all’articolo 3 della legge 170/10, nel caso in cui siano osservate in alcune situazioni delle difficoltà nel seguire la didattica, prima di procedere con le segnalazioni agli specialisti, la scuola deve provvedere con attività di potenziamento scolastico per lo specifico alunno, modificando e ampliando le strategie di insegnamento. Nel caso in cui la diversificazione delle metodologie si riveli poco efficace per gli alunni con difficoltà di apprendimento, la legislazione italiana offre la possibilità condividere con la famiglia la necessità di una valutazione da parte di esperti e/o di un gruppo di lavoro interno alla scuola per costruire eventualmente una personalizzazione della didattica sulla base della rilevazione delle specifiche esigenze.

 

In Italia sono state formulate e sono in corso di applicazione specifiche normative per garantire il diritto allo studio a tutti gli studenti e alunni in queste situazioni per ogni ciclo scolastico. Per approfondire questo processo l'Associazione Culturale Casa dello Studente e l'Assessorato ai servizi sociali e pubblica istruzione del Comune di Sale Marasino hanno promosso l'ideazione e l'attuazione di un laboratorio che gestiremo io e la dott.ssa Cervati e che prevede la partecipazione di genitori e di figure educative extrascolastiche (altri parenti, tutor, educatori, ...).

Questo laboratorio è formato da 5 incontri, ciascuno con una tematica da discutere e approfondire:

- martedì 30 maggio,

ampliamento conoscenze scientifiche e legislative in merito al processo di insegnamento-apprendimento e ai relativi punti critici;

- mercoledì 8 giugno,

individuazione di risorse e potenzialità (oltre alle difficoltà) per costruire una rappresentazione del processo di insegnamento-apprendimento maggiormente ampia e utile;

- mercoledì 15 giugno,

ampliamento della consapevolezza e sviluppo di strategie educative efficaci nella relazione con uno studente che ha difficoltà nello studio;

- mercoledì 22 giugno,

condivisione delle strategie con altre figure educative (in particolare gli insegnati scolastici) per affiancare in modo armonico la crescita dello studente;

- mercoledì 29 giugno,

Ampliamento delle conoscenze e delle competenze rispetto all’utilizzo del metodo di studio (ex. software e applicazioni) in modo conforme agli aspetti critici, alle risorse e alle esigenze degli studenti.

Di seguito è possibile trovare alcune informazioni utili come anticipazione del primo incontro.

 

Il modello ICF (International Classification of Functioning) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (2001) considera la persona e gli aspetti relativi al mondo scolastico attraverso una prospettiva bio-psico-sociale. Questo approccio, osservando le connessioni tra il funzionamento della persona, le sue relazioni interpersonali e i contesti socio-ambientali in cui vive, permette di individuare i Bisogni Educativi degli alunni che vengono considerati Speciali (BES), quando necessitano di un intervento complesso per realizzare le potenzialità dell’alunno e gestire le difficoltà nell’apprendimento.

I Bisogni Educativi Speciali sono quindi un macro-insieme che include:

  • DISAGIO SEVERO sul piano fisico, cognitivo, sensoriale o su una commistione di questi piani, in Italia tutelati dalla legge 104/92;

  • DISTURBI SPECIFICI dell’APPRENDIMENTO, quadro diagnostico individuato dall’American Psychiatric Association (2013) e che include quattro sottoclassi relative alla lettura, al calcolo, all’aspetto grafico e all’aspetto ortografico della scrittura; in Italia queste classi sono tutelate dalla legge 170/10 che prescrive la valutazione e eventuale certificazione solo attraverso un equipe multidisciplinare accreditata (neuropsichiatra, logopedista e psicologo);

  • altri BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI individuati dalla Circolare Ministeriale del 27/12/2012 che prescrive una valutazione da parte di un Gruppo di Lavoro interno alla scuola per quanto riguarda le seguenti categorie:

  • difficoltà nelle aree verbali e competenze in norma nelle aree non verbali,

  • difficoltà nelle aree non verbali e competenze in norma nelle aree verbali,

  • problematiche severe che non rientrano nelle categorie della legge 104/92 o in quelle della legge 170/10 (come il Funzionamento Intellettivo Limite o lo svantaggio economico-sociale).

 

Una volta comprovata la certificazione per il DISAGIO SEVERO dall’Agenzia per la Tutela della Salute (ex ASL), in base alla legge 104 del 1992, la scuola deve costruire dei Piani Educativi Individualizzati in cui si specifica se l’alunno necessita di un insegnante si sostegno, oltre che se può raggiungere gli obiettivi minimi ministeriali e ottenere, quindi, il diploma o se devono essere costruiti degli obiettivi differenziati.

Se vengono certificati dei DISTURBI SPECIFICI dell’APPRENDIMENTO, in base alla legge 170 del 2010, la scuola è tenuta a costruire, entro 2 mesi dalla ricezione della documentazione, un Piano Didattico Personalizzato in cui vengono specificati gli strumenti compensativi e le misure dispensative sia per la fase di apprendimento sia per la fase di verifica delle competenze acquisite.

Nel caso degli altri BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI che non rientrano nelle precedenti due, la scuola può, in base alla Direttiva Ministeriale del 27/12/2012, costruire un Piano Didattico Personalizzato in cui vengono specificati gli strumenti compensativi e le misure dispensative sia per la fase di apprendimento sia per la fase di verifica delle competenze acquisite, a fronte una valutazione fatta da un Gruppo di Lavoro interno alla scuola di cui possono far parte, in base alla Circolare Ministeriale del 2013: docenti incaricati di Funzioni Strumentali, insegnanti per il sostegno, assistenti educativo-culturali, docenti “disciplinari” con esperienza e/o formazione specifica o con compiti di coordinamento delle classi, genitori ed esperti istituzionali o esterni in regime di convenzionamento con la scuola. La scuola, tuttavia, nei casi delle altre categorie dei BES non è obbligata a costruire un Piano Didattico Personalizzato, anche se il ragazzo ha delle relazioni redatte da professionisti del settore, ma è tenuta, da una parte, a motivare per iscritto la scelta di non costruirlo e, dall’altra, a individualizzare comunque la didattica in base alle esigenze del ragazzo.

 

L’individualizzazione e la personalizzazione della didattica risultano essere un grosso cambiamento di prospettiva sia per l’istituzione scolastica sia per i ragazzi stessi sia per il loro genitori. L'obiettivo dell'istruzione è quello di offrire agli alunni la possibilità di vivere una vita soddisfacente (e non solo dal punto di vista lavorativo). La prospettiva e gli interventi che si stanno sviluppando oggi, quindi, non impediscono all'alunno di sperimentarsi e imparare, ma vanno incontro alle esigenze di ognuno con l'intento di accompagnare la crescita in modo efficace, rispettando quindi tempi e caratteristiche di ciascuno.

Concludo con una metafora dello scrittore Daniel Pennac (2008), che ben riassume questi concetti.

“Ogni studente suona il suo strumento, non c'è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l'armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un'orchestra che prova la stessa sinfonia.”

Post in evidenza
Post recenti
Archivio
Cerca per tag
Seguici
  • Facebook Social Icon
  • LinkedIn Social Icon
bottom of page